Vicovaro Arte e Monumenti

Ecco i principali monumenti che potrete visitare nel nostro Comune: chiese, palazzi, mura ciclopiche e archivio storico... tanti gioielli da scoprire.

Le chiese scomparse

S. Lucia

Già citata nella Bolla d'Innocenzo III del 1213 come chiesa, dentro Vicovaro, di proprietà dell'Abbazia di S. Cosimato, era una costruzione posta nella piazzetta dell'Arreo sugli spalti delle antiche mura.
Menzionata in altri documenti medievali, nel secolo XVI era dipendente da quella di S. Salvatore.
La chiesa venne demolita dopo il 1668: la statua della Titolare che adornava l'altare venne trasportata a S. Pietro, come pure alla Chiesa prepositurale passò la giurisdizione parrocchiale.




S. Silvestro

Già presso la piazzetta omonima, sui suoi ruderi, agli inizi di questo secolo, fu costruita un'abitazione civile: della vecchia costruzione rimangono tracce dell'abside semicircolare visibili nell'angolo posto a sud.
Citata in vari documenti medievali, la chiesa, era parrocchiale, aveva l'altare maggiore dedicato al Santo Titolare, ed una serie di cappelle ed altari tra cui quello di S. Michele che passerà all'Università dei Bifolchi di Vicovaro, ossia ai Fratelli dell'Arte Agraria, che lo adornarono con la statua lignea di S. Isidoro Agricoltore (ora a S. Salvatore).
Nell'Ottocento venne abbandonata e la sua giurisdizione parrocchiale fu incorporata da S. Salvatore.

 

S. Nicolò
Piccola chiesa, posta entro Vicovaro di difficile localizzazione, nei documenti dei secoli passati rimaneva il toponimo "Contrada S. Nicola".
Citata nei documenti medievali, nel secolo XVI risultava con l'altare distrutto e spogliato ed "unita et incorporata" alla chiesa parrocchiale di S. Pietro.
Nei documenti successivi non è più menzionata.

Sigillo di Bodo Arciprete di S. Maria di Vicovaro

 

S. Maria (arcipretura di)

Pressoché inesistente sui documenti antichi ci rimane difficile la localizzazione.
Nel secolo XIII risulta chiesa arcipreturale (quindi probabilmente dentro Vicovaro) retta da un certo Bodo di cui rimane uno splendido sigillo rappresentante la Natività con il Committente orante e la legenda: Bodo arciprete di S. Maria di Vicovaro. Nel secolo XVI dell'edificio se n'era persa memoria. [Foto del Sigillo di Bodo a sinistra]


S.Vito
L'edificio, costruito sulla sommità del colle omonimo, è citato nei documenti medievali e consisteva in una semplice chiesa coperta con volta a botte munita di un solo altare e con le pareti dipinte; la facciata aveva una porta affiancata da due finestruole. Era stata edificata sui ruderi di una grande costruzione del periodo romano e di cui rimangono parecchi resti e vari frammenti epigrafici.
Nella metà del secolo XVII era "juspatronato della eccellentissima Casa Orsina" del ramo di Licenza Roccagiovine. Decaduta nel secolo successivo il suo "beneficio" passò alla cappella del Crocifisso di S. Pietro.
La chiesa ha dato il nome ad uno dei Quarti territoriali di Vicovaro.



S. Eufemia
Pieve ai confini con il territorio di Castel Madama che fornì il toponimo ad uno altro "Quarti" quello che incorpora le località di Morrone, Collestefano, Pacino e Cerquasecca.
Citata nella Bolla di Innocenzo III del 1213, come di pertinenza dell'allora Abbazia di S.Cosimato, viene ricordata in altri documenti successivi.
Nella metà del secolo XVI era talmente malridotta, che viene come un ricettacolo di animali immondi. I documenti successivi non ne parlano più.




S. Pietro di Saccomuro
Era una modesta costruzione, come d'uso, impiantata sui ruderi di una villa romana nella località Mammalocchi, un colle presso il castello di Saccomuro a quattro chilometri da Vicovaro verso Tivoli.
Ed è in questa chiesa che alcuni storici vogliono identificare la basilica dedicata a S. Pietro che i nobili Albino e Glafira avrebbero donato a Papa Simmaco (498-514).
La chiesa è menzionata in una divisione tra gli Orsini del 5-1-1288.
Nello Statuto di Saccomuro, rogato il 26 settembre 1311 e concesso da Giovanni Orsini di Francesco a tre rappresentanti della esigua comunità locale, non viene accennata la Chiesa di S. Pietro ma quella di S. Maria il cui rettore, fu uno dei testimoni dell'atto.
Nel secolo XVI la costruzione, ridotta ad un cumulo di rovine, risulta come pertinente alla " tenuta di Saccomuro"
I documenti successivi ne tacciono completamente.

 

Santa Maria in Pesale o Santa Maria in Fundo Rubeto.
Menzionata nei documenti medievali, era localizzata nella località Quarto del Piano. L'edificio a navata unica ed abside era stato eretto sui ruderi di una villa romana. Ora non rimangono che poche vestigia.
Forse è questa la chiesa di S. Maria citata nello Statuto di Saccomuro. I documenti successivi non ne parlano più anche s'è rimasto il toponimo

Santa Maria Vecchia
Posta nella località detta Lo Stazio o Fonte dell'Olmo a sud del bivio della Licinese - via per Roccagiovine. L'edificio, la cui storia è tuttora abbastanza oscura, era stato costruito su ruderi romani.
Alla fine dell'Ottocento nello stesso sito già occupato dalla pieve furono rinvenute iscrizioni ed un sarcofago andati distrutti.

 



Santa Maria de Ronci
Anche se in territorio di Roccagiovine è stata sempre legata affettivamente a Vicovaro.
La chiesa - di cui ora sono rimaste poche vestigia - si erge alla fine della Valle dell'Inferno, a qualche centinaio di metri dai confini di S. Polo, di Vicovaro, dell'ex castello di Spogna, e proprio alla confluenza di altre due "vallocchie" con le relative strade di valico - quella di Valle Fura, a sinistra, e quella di Vena Caprara, a destra.
La chiesuola del Ronci - da non confondere con quella del Podium Runci - fu sicuramente un edificio medievale, nato su ruderi precedenti, completamente rinnovato, tra la fine del sec. XIV e l'inizio del sec. XV, dagli Orsini del ramo di Roccagiovine e Licenza, proprietari del luogo.
La pieve, un edificio rettangolare senza abside, nel suo interno ospitava un unico altare, dedicato alla Vergine, rappresentata col Bambino entro una mandorla di teste di cherubini, in una bella tavola di matrice umbro- laziale del tardo XV- in. XVI, a cui non è azzardato accostare il nome del Pastura (Antonio del Massaro).
Nel secolo XVII è ricordata sempre come di proprietà del ramo degli Orsini di Licenza -Roccagiovine che n'avevano lo jure patronatus.
Passata insieme con l'intero feudo di Roccagiovine - dai Borghese nel 1734 e dagli Orsini nel 1737 - a Vincenzo Nunez, divenne proprietà nel 1821 di Luigi del Gallo.
Nel 1843 la chiesa era ancora curata da due romiti e questo sino a qualche decennio dopo, quando l'edificio rimasto incustodito iniziò a decadere ed a minacciare rovina.
Fu in quelle circostanze che fu traslata dall'eremo di Ronci la Tavola della Vergine col Bambino e portata processionalmente nella parrocchiale di S. Nicola a Roccagiovine ove venne assemblata in una moderna cornice.
Ed a questa trasporto è legata un curioso aneddoto: i Vicovaresi, attaccati alla devozione della Vergine del Ronci tentarono di portare l'Immagine a Vicovaro sottraendola così ai Roccatani ma la coppia di buoi che trasportava il dipinto si fermò di botto per l'improvviso peso, come se la tavola fosse divenuta…di piombo, l'inspiegabile fenomeno fece loro abbandonare il proposito. Ne sono rimasti, però, alcuni ricordi e leggende come certe piante inclinate - genuflesse si dice - al passare dell'Immagine, e nella popolazione un modo di dire per descrivere ciò che paradossalmente diventa di colpo inamovibile: "…Impiummarsi come la Madonna de Runci…".

(Testi di Alberto Crielesi)

Stampa del tempietto di San Giacomo di Vicovaro - 1836

Tempietto di San Giacomo a Vicovaro - Stampa 1836Una bellissima stampa del tempietto di San Giacomo di Vicovaro .

Molto interessante la precisione di riproduzione del tempietto, del palazzo alla destra e delle case . Quello che soprende sono le due torri nello sfondo. Qualcuno sa se esistevano e che fine hanno fatto?

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Chiesa di S...
Chiesa di Sant'Antonio Abate - Vicovaro - Particolare del Colonnato Chiesa di Sant'Antonio Abate - Vicovaro - Particolare del Colonnato
Appena fuori del paese, è una costruzione d'origine rinascimentale (XV- in. XVI), già dedicata alla S. Croce e sede dell'omonima Confraternita.

Ampliata negli ultimi decenni del Settecento (post. 1774), la chiesa ospita nel suo interno una statua in terracotta policroma del Titolare (sec. XVI) ed un bel Crocifisso ligneo (sec. XVI), quest'ultimo già sull'altare maggiore.

Interessanti le quattro colonne in breccia corallina d'origine romana (vedi foto) che adornano il portico rinascimentale che, secondo tradizione, sembrano provenire dai resti di un antico edificio romano posto nel territorio "Quarto del Piano", mentre i capitelli, assegnabili all'età dei Flavi, da una villa in località Fonte Parzio.

Di fronte la chiesa l'Ospedale (sec. XVI) adibito ora a casa privata.

Chiesa di S...
Chiesa di Sant'Antonio Abate - Vicovaro - Icona restaurata di Sant'Antonio Chiesa di Sant'Antonio Abate - Vicovaro - Icona restaurata di Sant'Antonio

 

Si suppone che il culto di Sant'Antonio Abata ebbe inzio a Vicovaro intorno al 1300 con la creazione di un  "Ospedale" dove venivano assistiti i malati colpiti dal famoso "fuoco di Sant'Antonio" (Herpes). La cura consisteva nello spalmare sulla zona malata grasso di maiale consacrato al santo (l'immagine classica del Santo lo ritrae con un maialino ai piedi).

 

Ancora oggi è forte il legame fra i cittadini e il loro santo patrono. Infatti  Sant'Antonio Abate viene festeggiato ogni 17 gennaio con una settimana di ricorrenze religiose e laiche.


In occasione della festa si tiene una processione che si snoda per le vie del paese e il "Santo" viene tenuto a rotazione nella casa do ogni "festaiolo", coloro cioè che si adoperano finanziariamente e con il proprio impegno affinchè si tengano gli annuali festeggiamenti.

 

Vicovaro - ...
Vicovaro - Processione dell'Assunta Vicovaro - Processione dell'Assunta
Da non dimenticare infine l'antica Confraternita. Nata probabilmente in tempi remotissimi si riconosce durate la processione del Santo Patrono e nelle altre processioni dall'abito dei confratelli: saio bianco, mantelina rossa con croce di Malta a colori.

 

 

{phocamaps view=map|id=6}

Il tempietto di San Giacomo

La Cappella di S. Giacomo, nota anche come Tempietto di San Giacomo (in dialetto San Gnaco) , la più bella testimonianza del passato splendore di Vicovaro è considerata, non a torto, uno dei più significativi esempi architettonici e scultorei del periodo di transizione (sec. XV) che questa zona presenti.

Vicovaro Te...
Vicovaro Tempietto San Giacomo Vicovaro Tempietto San Giacomo

L'edificio, voluto da Giovanni Antonio Orsini (+1456) Signore di Vicovaro e Conte di Tagliacozzo per farne un sacello destinato a ricevere le tombe della "Ursina progenies", venne dedicato ad un Santo, Giacomo, di cui da generazioni gli Orsini di questo "ramo" portarono il nome.

Venne costruito proprio qui, a Vicovaro, uno dei luoghi più importanti dei feudi orsiniani: la sua posizione al limite tra lo Stato della Chiesa ed il Regno di Napoli, cui si saldava attraverso il passaggio di Tagliacozzo, ne faceva uno dei più prestigiosi e potenti luoghi lungo la Via Valeria.

Palazzo Cenci Bolognetti

Vicovaro - ...
Vicovaro - Palazzo Cenci Bolognetti - Ingresso principale Vicovaro - Palazzo Cenci Bolognetti - Ingresso principale

Nato coll'ampliamento ed ammodernamento della vecchia residenza degli Orsini - eretta nel sec. XV tra la Rocca e la Porta superiore - il vasto edificio fu realizzato sotto la direzione dell'architetto Sebastiano Cipriani, a partire dal 1693.



Questa prima fase di lavori si concluse nel 1721 e consistette, tra altro, nella edificazione di una nuova ala del Palazzo (l'odierna facciata) e di altri caseggiati destinati alla servitù ed alla attività agricola.

Sistemazioni successive furono quelle dirette dagli architetti Nicola Salvi, Giuseppe Doria, Girolamo Theodoli ecc. che interessarono altre parti del complesso.

Chiesa di San Pietro Apostolo

Già costruzione di origine medievale fatta riedificare dalle fondamenta (1743-1755) da Giacomo Alamandini Bolognetti e da suo fratello, il cardinal Mario, su progetto del loro congiunto l'architetto Girolamo Theodoli e dedicata a "S. Pietro Principe degli Apostoli" secondo i dettami dell'architettura settecentesca.

Si presenta con due scenografiche facciate una rivolta sull'omonima piazza e  verso la Cappella di San Giacomo, una verso il Palazzo Cenci - Bolognetti.

Chiesa di S...
Chiesa di San Pietro - Ingresso principale in Piazza San Pietro Chiesa di San Pietro - Ingresso principale in Piazza San Pietro
Chiesa San ...
Chiesa San Pietro - Vicovaro - Ingresso posteriore Chiesa San Pietro - Vicovaro - Ingresso posteriore

L'esterno è segnato da un cornicione marcapiano. La facciata rivolta verso il Palazzo Bolognetti presenta un grande portone affiancato da due aperture ad arco contraposto e sovrastato da un grande finestrone centrale con due aperture circolari ai lati.

La facciata rivolta sulla piazza, considerata attualmente l'entrata principale,  presenta un grande portone su una scalinata sovrastato anch'esso da una grande finestra centrale. Imponenti i due campanili che caratterizzano l'aspetto di questa chiesa e che la rendono ben riconoscibile anche a coloro che percorrono l'autostrada A24 per L'Aquila.

Chiesa San ...
Chiesa San Pietro - Vicovaro - altare centrale Chiesa San Pietro - Vicovaro - altare centrale
Nell'interno a croce greca, tele di Salvatore Monosilio: sull'altare maggiore, "S. Pietro cui è affidato da Cristo il gregge"; in sacrestia, i Ss. Luca e Sebastiano e la Natività (già nelle cappelle laterali).

Nel  transetto i quattro dipinti con i Santi Avvocati, Atanasio, Rocco, Sebastiano ed Antonio da Padova.

Chiesa San ...
Chiesa San Pietro - Vicovaro - altare laterale Chiesa San Pietro - Vicovaro - altare laterale


Nel battistero è presente un'icona del quattrocento lascito dell'umanista vicovarese Marcantonio Sabellico rappresentante S. Maria delle Grazie. Sull'altare di destra si trova invece una "Madonna col Bambino" di Pompeo Badoni.

Le foto dell'interno presentano gli addobbi che annualmente vengono allestiti durante i festeggiamenti in onore di Maria SS. Avvocata Nostra.

Dove si trova la Chiesa di San Pietro Apostolo:

{phocamaps view=map|id=3}

Convento San Cosimato

Rupe Conven...
Rupe Convento San Cosimato - Vicovaro  - 2 Rupe Convento San Cosimato - Vicovaro  - 2

San Cosimato (Vicovaro): uno degli angoli più suggestivi della Valle dell'Aniene, tutta la parete rocciosa a picco sul fiume, con le sue grotte naturali ed artificiali ed i suoi cunicoli degli acquedotti, Marcio e Claudio, in disuso, ospitò nel sec. VI d. C una fiorente "laura" (cenobio) di anacoreti.

Nel refettorio scavato nella roccia di questa comunità sarebbe avvenuto il tentato avvelenamento di S. Benedetto elettovi abate. Abbracciata nel sec. VI la Regola del Patriarca di Norcia la comunità monastica eresse tra i ruderi romani soprastanti la scogliera, una chiesa ed un monastero dedicandoli ai Ss. medici Cosma e Damiano (San Cosimato).

Devastato nelle scorrerie prima di Totila nel 545, poi di Autari nell'anno 589 e di Agilulfo il monastero sarà distrutto dai Saraceni (sec. IX) che, proprio qui nella "piana" antistante il monastero, furono - secondo tradizione - battuti nel 916 dalle truppe di Giovanni X e dei suoi alleati.

San Cosimato, risorto come abbazia cluniacense sotto Alberico (sec. X), raggiunge grande potere e splendore ma, successivamente decaduto, fu accorpato con tutte le sue pertinenze fra i vasti possedimenti dell'abbazia di S. Paolo fuori le Mura (1081).

Incluso tra le "Regalia Beati Petri", ossia tra le proprietà inalienabili della Sede Apostolica, fu elevato da Celestino III (1191-1198) - lo stesso pontefice che aveva concesso Vicovaro, Cantalupo e Bardella ai suoi nipoti Orsini - ad abbazia nullius, ossia dipendente direttamente dalla S. Sede e questo sino al 1241, quando, impoveritosi spiritualmente e materialmente, fu aggregato da Gregorio IX, come semplice priorato, all'abbazia cistercense di S. Sebastiano alle Catacombe.

Convento Sa...
Convento San Cosimato - Vicovaro - Ingresso Convento San Cosimato - Vicovaro - Ingresso

Ed ai Cistercensi rimase sino 1407, anno in cui il monastero vicovarese fu concesso da Gregorio XII ai Frati Ambrosiani di S. Clemente a Roma che tra la fine del sec. XV e inizio sec. XVI provvidero ad un ampio restauro. Abolito l'Ordine Ambrosiano, il monastero fu venduto dal Card. Maidalchini (1648) ai Frati del Terzo Ordine Regolare di S. Francesco, già presenti a Vicovaro (S. Maria del Sepolcro).

 

 

Soppresso nel 1656 il convento con la Riforma Innocenziana, l'intero complesso fu abbandonato e questo sino al 1668 quando passò ai Francescani Riformati dei Ritiri o "Recollettati".
Con la venuta dei Francescani iniziarono restauri nella chiesa e nelle cosiddette Grotte che vennero ripristinate per luoghi di penitenza ed in parte adornate con dipinti del vicovarese Antonio Rosati.

Il convento invece fu completamente riedificato, demolendo quell'antico di secoli, tra il 1727-1735.


Incamerato nel 1876 dallo Stato Italiano fu utilizzato prima come Ospedale, poi come Lazzaretto infine come Comando del vicino campo di prigionia, finalmente nel 1936, grazie all'allora podestà di Vicovaro Antonio Santini, tornò ai Frati della Provincia Romana che tuttora lo custodiscono.

La chiesa, recentemente restaurata, ha all'esterno un bel portico rinascimentale (sec. XV -XVI - vedi foto), con lunette affrescate dal Rosati (1670) ed un dipinto (S. Leonardo) coevo alla costruzione dell'ardica. L'interno è composto di una navata unica con cinque cappelline a sinistra ed una a destra.

Convento Sa...
Convento San Cosimato - Vicovaro - accesso chiesa Convento San Cosimato - Vicovaro - accesso chiesa


Nella prima cappellina (Madonna del Carmine) la transenna marmorea scolpita (fine sec. XII - in. sec. XIII) - già facente parte della "pergula" dell'altare medievale - donata da un certo Giovanni e recante la firma del maestro Uvo.

Nella terza Cappella un "Trittico" dipinto nel 1868, da D. Monacelli e Fra Pietro da Copenaghen alias l'accademico danese Albert Küchler (1803-1886) .
Nella quarta Cappella affreschi della fine del sec. XV con figure di Sante e Santi e nella volta i Padri della Chiesa affiancati dai simboli degli Evangelisti. Sull'arco d'ingresso - l'ultimo ritrovamento riportato alla luce dallo scrivente - l'affresco del "Padre Eterno benedicente" che insiste su precedenti pitture: queste ultime forse le più antiche testimonianze pittoriche sin ora ritrovate.


Nella quinta Cappella in stile gotico, affreschi (fine sec. XV): sulle vele della volta lacerti con i Quattro Evangelisti; sulle pareti "L'Invenzione della vera Croce", ed una "Crocifissione"; nell'intradosso dell'arco, i Santi, Antonio Abate e Apollonia (fine sec. XV).
Da notare i resti pittorici di "un catafalco" coll'immagine del defunto, sepolto nella cappellina.
Bell'altare maggiore in stucco, realizzato dal Cipriani (1696) su disegno di Fra Tommaso Trentino, che ospita un crocifisso ligneo ( 1685).

Convento Sa...
Convento San Cosimato - Vicovaro - Lunetta destra sul portale d'ingresso Convento San Cosimato - Vicovaro - Lunetta destra sul portale d'ingresso

Sotto la "mensa" dell'altare moderno, un capitello romano di riutilizzo, recentemente riscoperto e già facente parte degli arredi marmorei della chiesa medievale.

A destra, la Cappella di S. Anna (già degli Orsini di Licenza-Roccagiovine) restaurata nel 1628 dal Vescovo tiburtino Mario Orsini: sull'altare una bella tela settecentesca raffigurante "S. Anna che ammaestra la Vergine" che venne a sostituire quella di Vincenzo Manenti.

Ai lati due tempere dello stesso pittore sabino con i Ss. Filippo Neri e Carlo Borromeo. Di fronte il cenotafio di Giulia Orsini di Mugnano.


Dal piazzale antistante la chiesa si può raggiungere il primo gruppo di Grotte, tra cui quella dell'ex Oratorio di S. Michele che, secondo la tradizione, fu il famoso refettorio della comunità sarabaita ed in cui, per secoli, fu custodita la pietra macchiata dal vino avvelenato tentato di propinare a S. Benedetto.

Interno Chi...
Interno Chiesa Convento San Cosimato Interno Chiesa Convento San Cosimato

Nell'absidiola dell'altare, l'affresco con la "Regina Angelorum" e " Santi e Sante dell'Ordine Serafico; sulle pareti storie francescane e benedettine: a destra il "Tentato avvelenamento di S. Benedetto", a sinistra "S. Francesco che tenta di convertire il Sultano"; sulla parete di fondo, una ingenua "Trasfigurazione"; il "Poverello che a Subiaco innesta le rose nei rovi", ed infine sempre il "Santo d'Assisi che riceve le Stimmate", tutte dipinti dal Rosati (1670-1683).

Dal giardino retrostante la chiesa si accede all'altro gruppo di grotte raggiungibili tramite una scala scavata nella roccia nel 1682 da cui si raggiunge la Cappella di S. Benedetto, ritenuta la cella del patriarca di Norcia: sull'altare un dipinto del Rosati, "I Ss. Francesco e Benedetto oranti con Cristo tra i Ss. Cosma e Damiano". Nell'esterno della Cappella, una piccola edicola aggrappata alle rocce prospicienti il Fiume con dipinto un "S. Benedetto" in abiti abbaziali, sempre del Rosati, nel cui libro aperto si legge: BENEDICTVS QUI VENIT IN NOMINE DOMINI.

Vai alla sezione foto

 

{phocamaps view=map|id=2}

(Testi di Alberto Crielesi)

S. Maria delle Grazie - Museo

Vicovaro - ...
Vicovaro - Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Museo Civico Vicovaro - Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Museo Civico

Eretta su ruderi romani fece parte sin dal sec. XIII dell'omonimo convento francescano iscritto alla Custodia Tiburtina, poi Reatina, dei Frati Minori Conventuali.
La chiesa restaurata nel sec. XVI, quindi nella metà del sec. XVII, raggiunse le forme attuali agli inizi del Settecento.


Bandita la comunità francescana con la Soppressione napoleonica, il convento e le sue pertinenze furono vendute ai privati, mentre la chiesa divenne dal 1877 sacrario ed edificio di culto per l'attiguo cimitero.
Nell'interno ad un'unica navata, affreschi seicenteschi rappresentanti Personaggi, Santi e Sante dell'Ordine francescano ecc.

Sull'altare maggiore era esposta al culto una tavola rinascimentale della "Vergine delle Grazie" (sec. XV), mentre nel primo altare a destra, già Juspatronato degli Orsini di Licenza - Roccagiovine, la tela con "s. Francesco" di Vincenzo Manenti ( 1635-1640): ambedue i dipinti, in attesa di provvidenziale restauro, sono ora custoditi a S. Pietro.

Ora non è più officiata, è stata recentemente restaurata ed è adibita a Museo CIvico della Valle Ustica e a sala convegni.


 

{phocamaps view=map|id=4}

Altre Chiese e Monumenti a Vicovaro

Mura ciclopiche (sec. IV a. C.)

In bell'opus quadratum di "cardellino" che sostruiscono la zona sud del centro abitato, verso il fiume Aniene, e che raggiungono l'altezza di trenta metri circa con 14 - 15 filari; un secondo tratto più rozzo è visibile sotto le arcate della chiesa di S. Antonio (parzialmente visibili nelle foto del retro della chiesa di Sant'Antonio): tra i due tratti di mura passava l'antica Via Valeria.

 

 

Chiesa di San Salvatore

Vicovaro - ...
Vicovaro - Chiesa San Salvatore Vicovaro - Chiesa San Salvatore
 Edificata anche questa su ruderi romani e dedicata, nel medioevo, al Salvatore.
Nell'interno una magnifica cappellina gotica, già di pertinenza degli Orsini (odierna Cappella di Loreto), con un'elaboratissima arcata polilobata in peperino scolpita alla maniera sulmonese (prima metà sec. XV).

 

{phocamaps view=map|id=7}

Chiesa di San Sabino

Edificata, sui resti di un edificio rettangolare romano in "opus mixtum" e pavimento in cocciopesto. La costruzione fu adibita sin dal primo medioevo a chiesa dedicata a S. Sabino vescovo.

Fu restaurata nelle forme attuali alla fine del Seicento. Interessanti gli stipiti dell'ingresso, della seconda metà del Quattrocento, in materiale di riutilizzo proveniente da un edificio andato distrutto.

San Sabino ...
San Sabino a Vicovaro - Facciata principale (foto Mario Ventura) San Sabino a Vicovaro - Facciata principale (foto Mario Ventura)
San Sabino ...
San Sabino a Vicovaro - Particolare del portale (foto Mario Ventura) San Sabino a Vicovaro - Particolare del portale (foto Mario Ventura)

 

 

 

 

 

 

 

Chiesa di San Sabino a Vicovaro {phocamaps view=map|id=9}

 


Sepolcro di Caio Maenio Basso

Al Km. 42,300 della Tiburtina Valeria, a qualche chilometro da Vicovaro in direzione di Tivoli, il monumento funebre di Caio Maenio Basso del I secolo d.C. la cui epigrafe ed un "piede di urna con strie e con la Gorgone" erano tornati alla luce già dal 1821 e provvisoriamente rialzati.
La riedificazione del monumento (1882-83) - salvandolo così dall'abbandono e dalla distruzione - si deve al ritrovamento di altri frammenti marmorei individuati durante la costruzione della ferrovia Roma- Sulmona. Direttore dei lavori di restauro fu il marchese Alberto del Gallo, e progettista Enrico Manni, quest'ultimo ingegnere dell'allora costruenda linea ferroviaria e tante volte ospite dei Del Gallo a Mandela .


 

S. Maria del Sepolcro

A margine della Via Valeria, a qualche chilometro da Vicovaro, e proprio alla confluenza del Ronci con l'Aniene. Il complesso, già chiesa e convento dei Terziari Regolari (Tor) dedicato a S. Antonio da Padova, nacque intorno ad un'antica "cona" - provvidenziale luogo di sosta e di preghiera per i pellegrini e viandanti - innalzata presso i resti di un precedente edificio da un non tanto precisato Orsini di Vicovaro che, sorpreso da un improvviso e violento temporale nella zona, fu costretto a trovare riparo presso l'edicola della Vergine ed ad invocarne la sua celeste protezione. L'interno della chiesa custodiva sull'altare l'immagine affrescata della Vergine col Bambino, la cosiddetta "Madonna della Salute" (Sec. XIV - XV), ed in un nicchione il gruppo in terracotta policroma con la "Deposizione di Cristo al Sepolcro" (sec. XVI), andati recentemente e vandalicamente distrutti per negligenza ed incuria.

Soppresso nel 1656 con la Riforma Innocenziana, il convento fu abbandonato mentre la chiesa subì un restauro tra la fine del Seicento e gli inizi di quello successivo: dimenticata per anni, è ora sottoposta a ristrutturazione da parte di volontari .

{phocamaps view=map|id=5}

S. Rocco

Edificio fuori del paese lungo la Via Valeria.
Di origine cinquecentesca la costruzione era stato eretta per volontà della popolazione e dedicata ai Ss. Rocco e Sebastiano tutori contro le frequenti pestilenze. Fu di pertinenza della Compagnia di s. Rocco, chiamata pure della Buona Morte.
Restaurata alla fine del Seicento raggiunse le forme attuali negli ultimi decenni del Settecento.
Nell'interno, che ospitava la statua lignea di s. Rocco (sec. XVII), affreschi del sec. XVIII con una "Assunta tra i Ss. Atanasio, Sebastiano, S. Francesco di Paola e Antonio da Padova".
(Nella foto la chiesa di San Rocco circondata da costruzioni moderne e manufatti agricoli)

 

 

S. Maria delle Grazie

Eretta su ruderi romani fece parte sin dal sec. XIII dell'omonimo convento francescano iscritto alla Custodia Tiburtina, poi Reatina, dei Frati Minori Conventuali.
La chiesa restaurata nel sec. XVI, quindi nella metà del sec. XVII, raggiunse le forme attuali agli inizi del Settecento (nella foto la facciato durante i restauri)
Bandita la comunità francescana con la Soppressione napoleonica, il convento e le sue pertinenze furono vendute ai privati, mentre la chiesa divenne dal 1877 sacrario ed edificio di culto per l'attiguo cimitero.
Ora non è più officiata ed è sottoposta a restauro esterno.


Nell'interno ad un'unica navata, affreschi seicenteschi rappresentanti Personaggi, Santi e Sante dell'Ordine francescano ecc.
Sull'altare maggiore era esposta al culto una tavola rinascimentale della "Vergine delle Grazie" (sec. XV), mentre nel primo altare a destra, già Juspatronato degli Orsini di Licenza - Roccagiovine, la tela con "s. Francesco" di Vincenzo Manenti ( 1635-1640): ambedue i dipinti, in attesa di provvidenziale restauro, sono ora custoditi a S. Pietro.