Convento di San Cosimato - Vicovaro

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Rupe Convento San Cosimato - Vicovaro  - 2 Rupe Convento San Cosimato - Vicovaro  - 2

San Cosimato (Vicovaro): uno degli angoli più suggestivi della Valle dell'Aniene, tutta la parete rocciosa a picco sul fiume, con le sue grotte naturali ed artificiali ed i suoi cunicoli degli acquedotti, Marcio e Claudio, in disuso, ospitò nel sec. VI d. C una fiorente "laura" (cenobio) di anacoreti.

Nel refettorio scavato nella roccia di questa comunità sarebbe avvenuto il tentato avvelenamento di S. Benedetto elettovi abate. Abbracciata nel sec. VI la Regola del Patriarca di Norcia la comunità monastica eresse tra i ruderi romani soprastanti la scogliera, una chiesa ed un monastero dedicandoli ai Ss. medici Cosma e Damiano (San Cosimato).

Devastato nelle scorrerie prima di Totila nel 545, poi di Autari nell'anno 589 e di Agilulfo il monastero sarà distrutto dai Saraceni (sec. IX) che, proprio qui nella "piana" antistante il monastero, furono - secondo tradizione - battuti nel 916 dalle truppe di Giovanni X e dei suoi alleati.

San Cosimato, risorto come abbazia cluniacense sotto Alberico (sec. X), raggiunge grande potere e splendore ma, successivamente decaduto, fu accorpato con tutte le sue pertinenze fra i vasti possedimenti dell'abbazia di S. Paolo fuori le Mura (1081).

Incluso tra le "Regalia Beati Petri", ossia tra le proprietà inalienabili della Sede Apostolica, fu elevato da Celestino III (1191-1198) - lo stesso pontefice che aveva concesso Vicovaro, Cantalupo e Bardella ai suoi nipoti Orsini - ad abbazia nullius, ossia dipendente direttamente dalla S. Sede e questo sino al 1241, quando, impoveritosi spiritualmente e materialmente, fu aggregato da Gregorio IX, come semplice priorato, all'abbazia cistercense di S. Sebastiano alle Catacombe.

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Convento San Cosimato - Vicovaro - Ingresso Convento San Cosimato - Vicovaro - Ingresso

Ed ai Cistercensi rimase sino 1407, anno in cui il monastero vicovarese fu concesso da Gregorio XII ai Frati Ambrosiani di S. Clemente a Roma che tra la fine del sec. XV e inizio sec. XVI provvidero ad un ampio restauro. Abolito l'Ordine Ambrosiano, il monastero fu venduto dal Card. Maidalchini (1648) ai Frati del Terzo Ordine Regolare di S. Francesco, già presenti a Vicovaro (S. Maria del Sepolcro).

 

 

Soppresso nel 1656 il convento con la Riforma Innocenziana, l'intero complesso fu abbandonato e questo sino al 1668 quando passò ai Francescani Riformati dei Ritiri o "Recollettati".
Con la venuta dei Francescani iniziarono restauri nella chiesa e nelle cosiddette Grotte che vennero ripristinate per luoghi di penitenza ed in parte adornate con dipinti del vicovarese Antonio Rosati.

Il convento invece fu completamente riedificato, demolendo quell'antico di secoli, tra il 1727-1735.


Incamerato nel 1876 dallo Stato Italiano fu utilizzato prima come Ospedale, poi come Lazzaretto infine come Comando del vicino campo di prigionia, finalmente nel 1936, grazie all'allora podestà di Vicovaro Antonio Santini, tornò ai Frati della Provincia Romana che tuttora lo custodiscono.

La chiesa, recentemente restaurata, ha all'esterno un bel portico rinascimentale (sec. XV -XVI - vedi foto), con lunette affrescate dal Rosati (1670) ed un dipinto (S. Leonardo) coevo alla costruzione dell'ardica. L'interno è composto di una navata unica con cinque cappelline a sinistra ed una a destra.

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Convento San Cosimato - Vicovaro - accesso chiesa Convento San Cosimato - Vicovaro - accesso chiesa


Nella prima cappellina (Madonna del Carmine) la transenna marmorea scolpita (fine sec. XII - in. sec. XIII) - già facente parte della "pergula" dell'altare medievale - donata da un certo Giovanni e recante la firma del maestro Uvo.

Nella terza Cappella un "Trittico" dipinto nel 1868, da D. Monacelli e Fra Pietro da Copenaghen alias l'accademico danese Albert Küchler (1803-1886) .
Nella quarta Cappella affreschi della fine del sec. XV con figure di Sante e Santi e nella volta i Padri della Chiesa affiancati dai simboli degli Evangelisti. Sull'arco d'ingresso - l'ultimo ritrovamento riportato alla luce dallo scrivente - l'affresco del "Padre Eterno benedicente" che insiste su precedenti pitture: queste ultime forse le più antiche testimonianze pittoriche sin ora ritrovate.


Nella quinta Cappella in stile gotico, affreschi (fine sec. XV): sulle vele della volta lacerti con i Quattro Evangelisti; sulle pareti "L'Invenzione della vera Croce", ed una "Crocifissione"; nell'intradosso dell'arco, i Santi, Antonio Abate e Apollonia (fine sec. XV).
Da notare i resti pittorici di "un catafalco" coll'immagine del defunto, sepolto nella cappellina.
Bell'altare maggiore in stucco, realizzato dal Cipriani (1696) su disegno di Fra Tommaso Trentino, che ospita un crocifisso ligneo ( 1685).

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Convento San Cosimato - Vicovaro - Lunetta destra sul portale d'ingresso Convento San Cosimato - Vicovaro - Lunetta destra sul portale d'ingresso

Sotto la "mensa" dell'altare moderno, un capitello romano di riutilizzo, recentemente riscoperto e già facente parte degli arredi marmorei della chiesa medievale.

A destra, la Cappella di S. Anna (già degli Orsini di Licenza-Roccagiovine) restaurata nel 1628 dal Vescovo tiburtino Mario Orsini: sull'altare una bella tela settecentesca raffigurante "S. Anna che ammaestra la Vergine" che venne a sostituire quella di Vincenzo Manenti.

Ai lati due tempere dello stesso pittore sabino con i Ss. Filippo Neri e Carlo Borromeo. Di fronte il cenotafio di Giulia Orsini di Mugnano.


Dal piazzale antistante la chiesa si può raggiungere il primo gruppo di Grotte, tra cui quella dell'ex Oratorio di S. Michele che, secondo la tradizione, fu il famoso refettorio della comunità sarabaita ed in cui, per secoli, fu custodita la pietra macchiata dal vino avvelenato tentato di propinare a S. Benedetto.

Interno Chi...
Interno Chiesa Convento San Cosimato Interno Chiesa Convento San Cosimato

Nell'absidiola dell'altare, l'affresco con la "Regina Angelorum" e " Santi e Sante dell'Ordine Serafico; sulle pareti storie francescane e benedettine: a destra il "Tentato avvelenamento di S. Benedetto", a sinistra "S. Francesco che tenta di convertire il Sultano"; sulla parete di fondo, una ingenua "Trasfigurazione"; il "Poverello che a Subiaco innesta le rose nei rovi", ed infine sempre il "Santo d'Assisi che riceve le Stimmate", tutte dipinti dal Rosati (1670-1683).

Dal giardino retrostante la chiesa si accede all'altro gruppo di grotte raggiungibili tramite una scala scavata nella roccia nel 1682 da cui si raggiunge la Cappella di S. Benedetto, ritenuta la cella del patriarca di Norcia: sull'altare un dipinto del Rosati, "I Ss. Francesco e Benedetto oranti con Cristo tra i Ss. Cosma e Damiano". Nell'esterno della Cappella, una piccola edicola aggrappata alle rocce prospicienti il Fiume con dipinto un "S. Benedetto" in abiti abbaziali, sempre del Rosati, nel cui libro aperto si legge: BENEDICTVS QUI VENIT IN NOMINE DOMINI.

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(Testi di Alberto Crielesi)

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