Zì Baldone
Ma guarda quanto è bella Vicovaro... Il testo integrale - Seconda parte - Ma guarda quanto è bella Vicovaro
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- Categoria: Poesie Vicovaresi
- Pubblicato: Venerdì, 10 Febbraio 2012 23:10
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Indice articoli
Viene verso di noi una colonna - di Gobbi col Manocchio di Cicioni
con Barbadirame e dei Caconi - e Biastimella che prega la Madonna.
La sera stan seduti alla Rotonna - e parlano del Papa e dei Piccioni
di Maracchina dei prezzi e del minchioni - dei tempi belli della vecchia
Nonna.
Zicchilollo fa parte del listone - e J'Omo ch'é testardo come un mulo
fa Trettecarello a Ntontolone.
La colpa è tutta della vecchia Troia - e se la gente tien la Merdanculo
vuol dire che 'sto monno é 'Mondo Boia'.
Parte Steccone con la Sarachella - e Spicciu con Ju Zappu e Scellechino
trova Gallopastore e Orsomarino - che mangiano Lansagna a Carafella.
Il Sommo, Maometto con Sciambrella - prende Panzone e Bingio con Bardino
e vanno a Collegioia da Stoppino - a far la Bellafoca a TarantelIa.
La Ragana ti fa Mazzapidocchio - insieme con Ju Zuzzu e Lepericchiu
poi a Scaricaturu con Ju Zocchio.
I Bragaglia e Cacazzone danno guai... - ma Pellecattiva con Ju Sicchiu
fa Io Sciampo a Bacone e Cacafai!
***
Qui l'arte militare non difetta, - c'è la rappresentanza... c'è Cadorna
con Badoglio compresso fra le corna - d'una liberazione non perfetta.
Subentra Navigante e Sciarpelletta - e Boccadoro che non più ritorna;
ma con Baiocco, l'Occhialittu sforna - un po’ di Pomidoro a Tarzelletta.
Va lento Piedidolci con Jabuccu - e Castagnolo se gli Puzzafiatu
gli da la Malatesta con Ju Stuccu.
“Si intende” che Puttanu va Benone - ma Porcospinu strilla: scelleratu… ha da venì. . . ha da venì. . . Baffone.
***
Disse una volta un celebre profeta - che la fine del mondo era vicina;
bastava sorridesse la Bambina - a quel Rignatu celebre Poeta.
Ecco Sorecagnesa alquanto inquieta - presa da una gelosa passioncina
piangere Lagrimone e poverina - leggere allo Scannato una pianeta.
Se torna l'Abbonnnanza col lavoro - e se non scoppia presto la Bommaccia
ci si riveste tutti di Castoro.
Battendo col Picchittu Ia canaglia - poi bruciando tanta carta straccia
andremo tutti a riverir Faraglia.
***
Ho fatto il Capobianco per trovare - Crispinu, Lupu e Cassio tra la gente;
vedo Rocchino che si fa Rovente - e la Micca che seguita a cantare.
Frocetta va a ju Puzzu a lavorare - mentre Falocco e Ozzo intraprendente
fan di Mauliccchio un inserviente - di cui Cazzacqué fa da compare.
Ma la vita è fatta a Venturella - e se Brischillu non ti da dolore
Lo dice Smit o Jes a Patanella!
S'è detto sempre che la vera luce - viene da Roma dove c'è il Pastore
e dove nel passato c'era un Duce.
Nel Quarantotto c'era un gabinetto - dove Cululargu Stoppacciaru
era di Cacarella da Mastaru -Tintu da Nocenchina del Gobbetto.
Ma Nix, Ruscennapuli sorretto - da un Tottorotò ne fece un Aru e prima che arrivasse quel Somaru - lo prese a Calcinculo per dispetto.
Ma venne Zippunculu inviperito - così che la Sgaggiata fece guerra
e il gabinetto ne restò pulito.
Passato è il tempo dell'oscura messa; ora la gente non Pisciapettera
perché si vede che non è più Fessa ! ! !
***
Finita é la sfilata di coloro -che nel paese privo dl risorse
son presi spesso dalle dure morse -d’una stentata vita di lavoro,
Ma essi sono forti ed il decoro - malgrado l'apparenza messa in forse,
li tiene fieri anche se le borse - suonano a vuoto con le voci in coro.
La vita scorre lenta e i paesani - pregano la Madonna del Tempietto,
perché li tenga prosperosi e sani.
Nel mentre L'orizzonte si fa scuro - la buona gente guarda con affetto
verso S. Cosimato e Saccomuro!
***
Passano i giorni nel paese stretto - fra mura antiche cariche dl gloria;
nella vallata bella la cui storia - ritorna a noi dal romano aspetto.
Tra piazza di S. Pietro ed il Tempietto – la gioventù passeggia con euforia
sicura che per essa la Vittoria - sorrida sempre senza far dispetto.
Però malgrado la democrazia - un posto c'è...dove la pace dura
e questo posto è '"Santa Maria".
Coraggio quindi e non vi spaventate-sta scritto sempre sulle vecchie mura:
“'LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CH'ENTRATE!”
Vicovaro 1952