Zì Baldone

Ma guarda quanto è bella Vicovaro... Il testo integrale - Seconda parte - Ma guarda quanto è bella Vicovaro

Indice articoli

 

Viene verso di noi una colonna - di Gobbi col Manocchio di Cicioni

con Barbadirame e dei Caconi - e Biastimella che prega la Madonna.

La sera stan seduti alla Rotonna - e parlano del Papa e dei Piccioni

di Maracchina dei prezzi e del minchioni - dei tempi belli della vecchia

Nonna.

Zicchilollo fa parte del listone - e J'Omo ch'é testardo come un mulo

fa Trettecarello a Ntontolone.

La colpa è tutta della vecchia Troia - e se la gente tien la Merdanculo

vuol dire che 'sto monno é 'Mondo Boia'.

 

Parte Steccone con la Sarachella - e Spicciu con Ju Zappu e Scellechino

trova Gallopastore e Orsomarino - che mangiano Lansagna a Carafella.

Il Sommo, Maometto con Sciambrella - prende Panzone e Bingio con Bardino

e vanno a Collegioia da Stoppino - a far la Bellafoca a TarantelIa.

La Ragana ti fa Mazzapidocchio - insieme con Ju Zuzzu e Lepericchiu

poi a Scaricaturu con Ju Zocchio.

I Bragaglia e Cacazzone danno guai... - ma Pellecattiva con Ju Sicchiu

fa Io Sciampo a Bacone e Cacafai!

 

***

 

Qui l'arte militare non difetta, - c'è la rappresentanza... c'è Cadorna

con Badoglio compresso fra le corna - d'una liberazione non perfetta.

Subentra Navigante e Sciarpelletta - e Boccadoro che non più ritorna;

ma con Baiocco, l'Occhialittu sforna - un po’ di Pomidoro a Tarzelletta.

Va lento Piedidolci con Jabuccu - e Castagnolo se gli Puzzafiatu

gli da la Malatesta con Ju Stuccu.

“Si intende” che Puttanu va Benone - ma Porcospinu strilla: scelleratu… ha da venì. . . ha da venì. . . Baffone.

***

Disse una volta un celebre profeta - che la fine del mondo era vicina;

bastava sorridesse la Bambina - a quel Rignatu celebre Poeta.

Ecco Sorecagnesa alquanto inquieta - presa da una gelosa passioncina

piangere Lagrimone e poverina - leggere allo Scannato una pianeta.

Se torna l'Abbonnnanza col lavoro - e se non scoppia presto la Bommaccia

ci si riveste tutti di Castoro.

Battendo col Picchittu Ia canaglia - poi bruciando tanta carta straccia

andremo tutti a riverir Faraglia.

 

***

 

Ho fatto il Capobianco per trovare  - Crispinu, Lupu e Cassio tra la gente;

vedo Rocchino che si fa Rovente - e la Micca che seguita a cantare.

Frocetta va a ju Puzzu a lavorare - mentre Falocco e Ozzo intraprendente

fan di Mauliccchio un inserviente - di cui Cazzacqué fa da compare.

Ma la vita è fatta a Venturella - e se Brischillu non ti da dolore

Lo dice Smit o Jes a Patanella!

S'è detto sempre che la vera luce - viene da Roma dove c'è il Pastore

e dove nel passato c'era un Duce.

 

Nel Quarantotto c'era un gabinetto - dove Cululargu Stoppacciaru

era di Cacarella da Mastaru -Tintu da Nocenchina del Gobbetto.

Ma Nix, Ruscennapuli sorretto  - da un Tottorotò ne fece un Aru e prima che arrivasse quel Somaru - lo prese a Calcinculo per dispetto.

Ma venne Zippunculu inviperito - così che la Sgaggiata fece guerra

e il gabinetto ne restò pulito.

Passato è il tempo dell'oscura messa; ora la gente non Pisciapettera

perché si vede che non è più Fessa ! ! !

 

***

 

Finita é la sfilata di coloro -che nel paese privo dl risorse

son presi spesso dalle dure morse  -d’una stentata vita di lavoro,

Ma essi sono forti ed il decoro - malgrado l'apparenza messa in forse,

li tiene fieri anche se le borse - suonano a vuoto con le voci in coro.

La vita scorre lenta e i paesani - pregano la Madonna del Tempietto,

perché li tenga prosperosi e sani.

Nel mentre L'orizzonte si fa scuro - la buona gente guarda con affetto

verso S. Cosimato e Saccomuro!

 

***

 

Passano i giorni nel paese stretto - fra mura antiche cariche dl gloria;

nella vallata bella la cui storia - ritorna a noi dal romano aspetto.

Tra piazza di S. Pietro ed  il Tempietto – la gioventù passeggia con euforia

sicura che per essa la Vittoria - sorrida sempre senza far dispetto.

Però malgrado la democrazia - un posto c'è...dove la pace dura

e questo posto è '"Santa Maria".

Coraggio quindi e non vi spaventate-sta scritto sempre sulle vecchie mura:

“'LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CH'ENTRATE!”

 

Vicovaro 1952

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