Personaggi di Vicovaro

Marcantonio Sabellico - Marcantonio Sabellico - 2

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Nel ‘400 le Accademie erano molto diffuse. Gli studiosi si riunivano per parlare di letteratura, arti, confrontare opinioni sui più svariati argomenti. Questo, è infatti il periodo che definiamo Umanesimo, caratterizzato da un rinnovato interesse per lo studio delle opere degli autori latini e greci.
I letterati del tempo avevano, all’interno di questi cenacoli, l’abitudine di non chiamarsi con il loro vero nome, ma di prendere quello di famosi personaggi o luoghi del mondo classico, l’appellativo Sabellico si richiama infatti all’antica origine della sua terra natia derivante dalla popolazione degli Equi (antica popolazione dell'Italia preromana appartenente al gruppo sabellico che abitava nelle alte valli dei fiumi Aniene e Imella).
Nell’Accademia Romana conobbe Angelo Fasolo da Chioggia, tesoriere di papa Paolo II.

Alla morte del pontefice, il nipote Marco Barbo, nominato Patriarca di Aquileia, lo designò suo Vicario e il Fasolo chiese a Marcantonio di seguirlo in veste di segretario. Nel 1473, durante una visita pastorale a Udine, il Fasolo lo raccomandò presso i provveditori della città che cercavano un insegnante per le scuole pubbliche.

Il Sabellico insegnò ad Udine per l’anno scolastico 1473-74 raccogliendo grandi consensi e fama. Tuttavia ci fu anche chi criticò il fatto che, nonostante l’impiego, continuasse a dare lezioni private ai figli dei nobili. Queste voci fecero ritardare la riconferma dell’incarico per l’anno successivo.
La risposta di Marcantonio a queste accuse fu la pubblica lettura di un manoscritto intitolato: “In Utini Originem“ (Sulle origini di Udine). La storia della città da lui raccontata e commentata commosse a tal punto la platea, che forse solo allora gli udinesi compresero quale uomo insigne stavano per perdere.

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